ho tolto la polvere da ovunque. sotto il letto, sopra gli armadi, sugli scaffali, nelle scatole, poi ho tolto le scatole e tutto quello che c'era dentro. fili aggrovigliati, pongo, carta. e più toglievo e più volevo roba da buttare via, tutta insieme ammassata in un sacco nero da chiudere con quei nodi che non riesci a sciogliere e li devi sbranare. chiusi lì per sempre. quello che si è salvato è stato per caso. e lo so che spunteranno ancora altre cose da dentro i libri o da altre scatole e altri cassetti, che mi faranno pensare a tutto quello che non ho risparmiato e a tutta la zavorra di sorrisi che si portava dietro. Ma ora ho bisogno di spazio nuovo, possibilmente vuoto, anche bianco, e vado a cercare un cassonetto di quelli vecchi, grigi, dove tutti i rifiuti si mischiano, perché è bene che la confusione stia lì, mischiata e lasciata a marcire lontano da me.
Personalissima riflessione su quel che vedo
13 anni fa
via il vecchio e spazio al nuovo. o al vuoto. o al non pieno. o al disponibile per.
RispondiEliminaSpazio. Spazio per ricreare, spazio per se stessi, spazio riempito di bianco, di aria, di tutto quello che fa respirare.
RispondiEliminaA volte, quando vi leggo, o quando vi penso, penso che sono davvero fortunata. E ricca, e piena di.
RispondiEliminaEsplosione.
Grazie.