martedì 15 maggio 2012

Valduga, Valduga

(da quel cielo radioso dei suoi occhi
mi smantella la mente) 

giovedì 10 maggio 2012

Se qualcuno


Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo. 
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che 
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.
    

F. Pessoa

giovedì 3 maggio 2012

baRRino

Assisto, mangiando una piadinetta in un piccolo bar montagnino, alla seguente conversazione:
(tizio lampadato con occhiali a specchio discretamente piacionesco): Ué, ciao Chiarina bella, che si racconta? vai un po' al sole oggi?
(tizia biondofinto con giacca di pelle e pantaloni bianchi): oh ciao.. non ti avevo visto..no al sole no.. non mi posso abbronzare che poi mi si macchia la pelle.. devo essere perfetta che a luglio mi sposo!
(t.l.c.o.a.s.d.p.): ti sposi? oddio che fortunato e con chi? e come mai fai il passo?
(t.b.c.g.d.p.e.p.b.): ahah..ma sai.. convivo da due anni.. non mi cambia nulla. Mi cambia solo che spendo un sacco di soldi. Però mi faccio un viaggio.
(t.l.c.o.a.s.d.p.) (strizzatina di occhio).

No vabbè. Ma se alla gente non gli cambia nulla, perché cambia per non cambiare?

sabato 7 aprile 2012

che.

Che tu ci sia o non ci sia
ormai è la stessa cosa,
comunque sia io ho la nostalgia.

Patrizia Cavalli

giovedì 29 marzo 2012

Periodi e chiavistelli

C'è stato un momento della mia vita, neanche tanto tempo fa, che perdevo gli specchietti. Quelli della macchina. O mi cadevano (giuro), o qualcuno ci picchiava e si staccavano o ci picchiavo io e il risultato era il solito. Sarà successo una decina di volte, a distanza così ravvicinata che alla fine avevo impacchettato gli specchietti in una carta e li avevo messi nel bagagliaio, almeno lì non si rompevano. Poi hanno smesso. C'è stato un periodo che prendevo le multe. Una dopo l'altra, a raffica, da paura, come se i casi di sfiga più allucinante facessero la gara per capitare a me. O io me li cercassi tutti, probabile. Poi hanno smesso. C'è stato un altro periodo che perdevo il portafogli, regolarmente d'estate, regolarmente d'agosto, e tutte le volte che andavo dai carabinieri a dire che lo avevo perso questi mi guardavano pensando che sicuro ero scema, sempre più scema. Può essere: ma era il mio periodo del portafogli perso e ci potevo fare ben poco. C'è stato un lungo lasso di tempo che qualsiasi cosa facessi per arrivare in orario in un posto arrivavo sempre con dieci minuti di ritardo, come se per me tutto fosse spostato di dieci. E mi ci impegnavo pure, ma sempre dieci erano quei maledetti minuti di ritardo, anche se partivo con un anticipo allucinante (camion, lavori in corso, macchine in avaria, semafori, betoniere, apini, chiavi dimenticate, ecc ecc ecc). Vorrei sapere che virus è, così mi curo. 

lunedì 12 marzo 2012

Probabilmente

.Probabilmente non avrei capito che la filosofia è soprattutto un modo per racconare la finitezza e la gioia. Gli ossimori e le contraddizioni. Il coraggio immenso che ci vuole per smetterla di soffrire e la fragilità dell'amore che dà senso alla vita. 

M. Marzano
Volevo essere una farfalla

domenica 19 febbraio 2012

w.s. reloaded

Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.

E' merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

"Non devo loro nulla" -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.

(Wislawa Szymborska)