martedì 22 marzo 2011

Del primato del quantitativo

"Un motivo fondamentale del rendimento decrescente o perfino negativo delle informazioni è la limitata capacità della memoria di lavoro del cervello: può ricordare più o meno sette dati (per questo i numeri di telefono a sette cifre sono stati un'idea strepitosa). Tutto quello che che è in più deve essere trasformato in memoria a lungo termine. E per questo serve uno sforzo cosciente [...]. Ignorare tutto ciò che è ripetitivo e inutile richiede attenzione e risorse cognitive, cosa che diventa più difficile quando ci sono così tante informazioni. Non è solo la quantità di informazioni a mandare in tilt il cervello, ma anche il loro ritmo. L'afflusso continuo di dati ci abitua a rispondere all'istante, sacrificando la precisione e la riflessione al falso dio dell'immediatezza"

da "Internazionale", 17 marzo 2011, 
da Sharon Begley, Newsweek 

Avrei voluto copiarlo tutto. Se vi capita, andate a leggerlo. :)

giovedì 17 marzo 2011

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"Le case e le strade sembrano giocattoli spersi in un angolo a caso del mondo"

lunedì 14 marzo 2011

NighTBooKS

"..e come glielo spiego, ora, che cosa vuol dire essere una trentenne circondata da persone che mettono su famiglia? come gli spiego la situazione di soffocamento che mi stringe quando [...] parlo con le mie amiche e loro mi dicono: perché non fai un figlio?, quando tento di parlare con mia madre e lei mi dice: cosa c'è, vuoi un figlio? quando vado a pranzo con le mie colleghe e mi trovo trascinata in conversazioni sulla taglia di scarpe dei bambini e sulla settima malattia e sulla crosta lattea e se qualcuna mi rivolge la parola è per chiedermi: e tu, figli, niente?; non posso certo rivelare che il sadismo che mi bolle nelle vene non è altro che odio per me stessa, per quel rigurgito di adolescenza tardiva che, da quando vivo in mezzo a loro, invece che acquietarsi mi ha afferrata ancora più prepotente, per quel desiderio che ho, adesso, di lasciare questa cattedra e infilarmi nei banchetti di fòrmica, e diventare rossa quando passa il figo del quinto B con le sopracciglia depilate, e appiccicarmi gli animaletti adesivi sulle unghie, e inviare cento sms con le faccine e le abbreviazioni, e passare il pomeriggio nelle vesti di Silly93 su msn, e rituffarmi in quella scomoda palude dell'indifferenziato, dove niente è per sempre, dove ancora non sei nulla e ancora puoi essere tutto..."

Silvia Dai Pra'
Quelli che però è lo stesso


venerdì 11 marzo 2011

Mutatis ecc

E quindi di che tutto cambia c'è da farsene una ragione. E per fortuna, e per fortuna. Eppure. C'è quella tendenza alla coperta calda che rende meno sensibili i sensi, e impedisce di cercarne di nuovi (di sensi). Perché quando ti ci adagi, in un'identità, non puoi fare a meno degli accessori che la costituiscono. Anche se non sono tuoi, anche se non dipendono da te. Anche se non puoi farci nulla, e intorno vedi sovrapporsi fisionomie simili, ma con quello scarto minuscolo che il tuo mondo si incrina e cambia, inesorabile. A volte, in questi giorni, mi sono scoperta inspiegabilmente reazionaria. Vorrei sapermi rassegnare al cambiamento esterno, come i rami con le foglie, come le fioriture spontanee. Vorrei avere quell'istinto basilare che ti fa adattare alle stagioni, senza perdere i profumi.

domenica 6 marzo 2011

(luoghi?)

Al di là di te ti cerco.
Non nel tuo specchio
e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre

P. Salinas