martedì 6 luglio 2010

R.M.

"La pelle della vita mi inganna. all'occhio è solida e invece non c'è niente a cui aggrapparsi. la gente racconta la pelle di varie vite e se ne libera, si riempie le case di arte, raccatta qualsiasi soprammobile, qualsiasi schifezza. tentano di aggrapparsi alla vita attraverso i suoi pezzetti materiali, negando l'immaterialità, negando la mortalità. Ma nella vita non c'è niente da toccare, niente a cui appoggiarsi. lìberati dalla tua pelle come un serpente e striscia via a morire nella notte. lìberati dalla pelle della vita. (..) non credere nei significati - che le cose siano contenitori di idee o astrazioni"
Lee Ranaldo
Road Movies

(e una traduzione così vibrante è rara)


2 commenti:

  1. "non credere nei significati". ci ho sempre pensato a questa cosa qui. oddio, sempre. voglio dire che ci ho pensato a partire da un po' di tempo fa, quando ho letto qualcosa che mi ha suggerito questo pensiero. ma questo non è importante, l'importante è cosa vuol dire "non credere ai significati". io ho pensato che vuol dire "non credere che qualcosa sia riempito di senso". e si passa dal significato al senso. e secondo me è bellissimo "non credere che il senso sia il contenuto di qualcosa" è che il senso non riempie proprio. e allora se non si crede ai significati, a cosa si crede? io credo che si possa credere nelle relazioni, nello scambio, nei coinvolgimenti, nelle sensazioni. credo che credere ai significati sia la morte delle sensazioni, delle emozioni, dei sentimenti, dei concetti. liberarsi della pelle allora è lasciare ogni appiglio, e stare lì, lì in periocolo, è stare lì e guardare e assaporare e provare. senza rammaricarsi dell'assenza dei significati.

    ps. sarà colpa di valeria questo ritorno alla filosofia?

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  2. Ma io una volta ti avevo risposto. Avevo commentato, e ero anche contenta del mio commento. E dov'è finito, io mi chiedo??????
    Qui i sensi si perdono.

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