giovedì 13 agosto 2009

NoN FicTioN

Se googli ''estate thriller'', così senza punteggiatura, il primo link che si apre (oggi) è questo.
Cioè una rassegna di un po' di titoli genere giallo-thriller-noir-saggistica-narrativa (tutto, via) consigliati da Repubblica come preparazione e meditazione per l'estate 2009. 
In mezzo a questo bendidio, due frasi inziali che erano proprio quello che cercavo: "Le novità in libreria, ormai sempre più rade visto l'avvicinarsi delle ferie, virano verso il genere che più tira d'estate, il thriller". E anche: "Un po' di adrenalina da gustare mentre si ozia in vacanza". 
Esisteranno sicuramente (spero) analisi e ipotesi e studi e ricerche sul perché il genere più letto d'estate è questa commistione di giallo e nero, perché gente anche già, diciamo, di una certa età, ti può guardare e sorridere dicendo con naturalezza ''volevo un thriller, sa com'è, in spiaggia è quello che si legge meglio'', e ti rendi conto che è proprio così, che è proprio vero (o perlomeno che i dati lo confermano). 
E io queste analisi/ricerche/ipotesi le vorrei scovare, e le scoverò (incitazione epica) in rete o in una biblioteca o chissà dove (anche in capo al mondo, per proseguire con l'epica). Perché qualcuno mi deve pur dare una risposta a queste domande: 

1) Perché mentre si ozia in vacanza (cit.) serve l'adrenalina (cit.)? Adrenalina consolatoria o dissolutoria? Cioè: ci si consola che nessuno ci ha ancora strangolato nel sonno o si dissolvono 
le nostre misere certezze di incolumità?
2) Perché un giallo-thriller o simile si legge più velocemente di un altro libro, e questo vale anche per mattonazzi di 600-700 pagine, e perdipiù a 35 gradi sotto il sole? Sarà termoregolatore?
3) Perché in media più si diventa adulti (invecchia è un termine che non mi piace, ok?) più si comprano gialli-thriller?

Insomma, qualcuno me lo spiega senza tirare in ballo (solo) le solite categorie di voyeurismo della morte, seduzione del male, lato oscuro, sfogo delle pulsioni, catarsi pubblica-privata, rituali apotropaici, senso di colpa per il periodo di inattività, mimetismo di ruoli? 


4 commenti:

  1. Ma soprattutto perché hai cercato estate thriller su Google?
    Io credo che il giallo vada d'estate perché uno si vuol sentire Hercule Poirot in vacanza...credo che la gente abbia bisogno di sentirsi migliore di quello che è nella vita di tutti i giorni...è per questo penso che dai test facebook escono tutti geni di qualsiasi materia...li fanno facilissimi e la gente li fa volentieri e li pubblica anche sul profilo!!!

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  2. Dima, ho cercato ''estate thriller'' perché ero assediata dalle domande di cui sopra e perché anch'io, che il thriller non è esattamente il mio cibo quotidiano, ho letto "Il suggeritore" in una notte, tipo. E con che gusto..

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  3. Le orde di analfabeti di ritorno (ma anche di andata) che compongono questo popolo ognora superstizioso e questa borghesia ognora ignorante (O. Welles), che dà alla cultura il valore del nozionismo necessario a vincere un telequiz (e ora più neanche quelli, con buona pace di M. Bongiorno e U. Eco, ma anche di R. Arbore compagnia cantante); dove vuoi che spendano il tempo, queste orde, se non nelle parole e nei numeri da mettere in croce (vexilla regis prodeunt inferni) in combinazioni elementali, ovvero in intrecci di trame trite e ritrite, gialle o noir, alla ricerca di suspences illogiche, irrealistiche e illetterate? In breve, col caldo, oltre che le zanzare, escono pure i lettori di thriller, ma soltanto perché il palinsesto televisivo estivo supera la soglia di tollerabilità umana e perché il televisore (personale, perché l'originalità è un must) in spiaggia è ancora troppo costoso.
    Banale? Voluto.

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  4. Anonimo (sorriso): grazie. E però: in mezzo ai thriller ciclostilati e ai gialli prodotti in serie come i McNuggets ci sono anche libri fatti bene, pensati seriamente, con trame articolate o anche semplici ma che funzionano e che toccano chi legge, indipendentemente dal suo grado di (an)alfabetizzazione.
    L'accento del tuo commento è sulla serialità del ''thriller estivo'', sul non valore intrinseco di un genere che proprio durante le famigerate ferie estive (quando in poche parole si aprono le gabbie dei ritmi coercitivi e tutti sono presi dalla smania intellettual-chic del libro a ogni costo, del libro sotto l'ombrellone, del tempo libero che non si sa come rendere occupato), e in parte lo condivido. In parte. Credo anche però che questo sguardo d'altura sulle ''orde'' di lettori sia controproducente oltre che elitario di un elitismo che non cambia le cose perché non interagisce, ma contempla il reale senza sporcarsene. Si fa presto a dire orde, ecco.
    Tempo fa un'altra persona mi ha detto la sua sul perché d'estate fa presa il thriller, e la risposta è stata perché, semplicemente, la gente ha voglia di storie, e nel thriller sa per forza che ne trova. Che se attinge lì, almeno qualcosa succede. Che un thriller RACCONTA. E perché il giallo-nero è un ibrido a vari livelli, e magari ci trovi anche un po' di amore, un po' di politica, un po' di attualità, oltre ai fatti.
    Questa ipotesi della ''trama forte'', in tempi di comunicazione low, di intrecci immobili, di compiacimenti stilistici dove nulla succede ma ogni cosa è imbellettata mi piace assai.

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